Caro affitti e promesse non mantenute: continuano le proteste degli studenti del Polimi

Emma lo Conte

A più di un mese dall’inizio delle proteste in tenda davanti alla sede del Politecnico di Milano, gli studenti continuano a far sentire la propria voce contro il caro affitti per gli universitari del capoluogo lombardo e di tutto il Paese.

Proprio ieri 12 giugno, infatti, è iniziata l’occupazione della Casa dello Studente in viale Romagna: la prima residenza del Politecnico, costruita nel 1934. L’edificio, che ospitava più di 300 futuri ingegneri ed architetti, è stato chiuso a luglio 2022 per potervi apportare importanti lavori di ristrutturazione. A quasi un anno dalla chiusura, tuttavia, esso appare ancora dismesso e quasi abbandonato.

Il direttore dei lavori ha giustificato lo stallo della ristrutturazione per “mancanza di fondi nazionali stanziati sul V bando della legge n.338/2000”, ovvero dei finanziamenti statali destinati alla costruzione di studentati pubblici. Si fa sentire dunque, grazie alle proteste fuori dal palazzo, il malcontento dei giovani, che contestano il dirottamento dei fondi del PNRR verso la creazione di nuovi housing universitari per lo più privati. 

Quando si pensa agli studenti universitari, è oramai inevitabile pensare al tema del caro affitti ed alle problematiche legate alla mancanza dei posti letto. Tutto questo continua però ad essere avvolto da un alone di confusione al confine con l’affidabilità: basta fare qualche ricerca su internet per capire che trovare casa in città universitarie a cifre folli, o non trovarla affatto, sia all’ordine del giorno: secondo Facile.it, i prezzi per gli affitti sono aumentati dell’11% in un solo anno (soprattutto a Milano, Bologna e Roma) e, come afferma AGI, la “corsa a ostacoli tra le truffe” è ormai routine routine di chiunque cerchi casa.
Sembrano dunque mancare comunicazioni ufficiali da parte dei comuni o delle regioni che rendano più diretta e affidabile la ricerca di alloggi da parte di studenti o delle loro famiglie. Sempre per quanto riguarda quello di Milano, il Comune e l’assessore alla casa Pierfrancesco Maran – con lo scopo di colmare questa mancanza – hanno dato il via ad un dialogo diretto con i cittadini per segnalare gli affitti irregolari. Che sia questa una soluzione efficace per fermare questo fenomeno?