Il Coronavirus si sta diffondendo anche nel resto d’Europa. Dopo la dichiarazione della pandemia da parte dell’OMS, anche gli altri Stati europei hanno iniziato a prendere provvedimenti. In Europa però non esiste una linea comune, i membri e non dell’UE hanno adottato programmi diversi, chi è più attendista e chi, invece, ha chiuso ogni frontiera. Ecco un breve riepilogo sulla diffusione del Coronavirus in Europa.
Come gli europei si difendono dal Coronavirus
Francia. Le scuole e le università, ogni servizio educativo chiuderà da questo lunedì. Ogni evento calcistico è sospeso. Contraddittoria la decisione di non rimandare le elezioni municipali programmate per oggi, domenica 15 marzo. Lo Stato d’Oltralpe dispone norme simili alle italiane, ma non un lockdown. Il Ministro della Sanità Veràn, avvalendosi di modelli matematici, ha infatti precisato che l’obiettivo francese non è di bloccare l’epidemia, ma di rallentarla. Così infatti il sistema sanitario non andrà in crisi e la produttività non rallenterà.
Germania. Le parole pronunciate dalla cancelliera Angela Merkel hanno sorpreso tutti:
Dobbiamo presumere che dal 60 al 70 percento della popolazione sarà infettata
Altrettanta sorpresa hanno destato le decisioni in ambito economico-finanziario. La cancelliera ha promesso aiuti alle imprese equivalenti a 550 miliardi di euro. I 16 Länder hanno sancito la chiusura di asili e scuole a partire da questo lunedì. Viene imposto l’auto-isolamento per coloro che provengono da Italia, Svizzera e Austria.
Spagna. Pedro Sánchez ha deciso di proclamare l’intero Stato zona rossa. Il decreto avrà vigore da lunedì 15 marzo. Coprifuoco in tutto il Paese. Le norme seguono i decreti italiani: divieto di spostamenti se non per necessità, soppressa la quasi totalità dei locali e attività commerciali. L’esercito potrà intervenire nella distribuzione delle risorse alimentari. Sánchez ha presentato un intervento in sostegno del Paese di 18 miliardi di euro. Il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza. I voli per l’Italia sono sospesi dal 10 al 25 marzo. I contagi arrivano a 5.700, 180 i morti.
UK. L’approccio inglese alla pandemia riflette le distanze del governo dall’Europa, nessuna misura contenitiva accompagnata da un solido realismo:
Molte famiglie perderanno i loro cari
Boris Johnson sposa una linea opposta rispetto al continente. Nonostante il primo ministro abbia ammesso che il Paese si trovi di fronte a un’emergenza sanitaria, non verrà imposta alcuna chiusura o prevenzione. Infatti, secondo Johnson e il suo comitato scientifico, eventuali interventi sono giudicati superflui. Anzi si spera che il virus possa diffondersi il più possibile per raggiungere un’immunità di gregge.
Nel resto d’Europa
Albania e Austria hanno chiuso le frontiere agli italiani. Tutti gli eventi di massa o che prevedono assembramenti sono sospesi. Scuole e università chiuse. Il Governo di Tirana ha bloccato il trasporto pubblico e la circolazione dei veicoli privati nelle principali città.
Belgio. Misure simili a quelle italiane. Blocco di ogni servizio educativo o attività ricreativa. Vengono sconsigliati i trasporti pubblici, che però resteranno operativi. Nel frattempo il Governo ha stanziato aiuti a lavoratori e piccole imprese.
Cipro. Chiusura dei confini dal 15 marzo.
Bulgaria. Il Governo ha sospeso ogni evento culturale e stabilito le “porte chiuse” per qualsiasi evento sportivo.
Croazia. Scuole e università vengono chiuse dal 16 marzo.
La Danimarca ha definito la chiusura per due settimane di scuole e università. Anche le istituzioni culturali e ricreative chiuderanno i battenti. Il Paese ha stabilito anche un isolamento pan-europeo. Infatti nessuno potrà entrare nel Paese se non per comprovate ragioni. Provvedimento in linea con quanto attuato dalla Polonia.
Estonia. Proclamato lo stato di emergenza il 13 marzo, il Paese ha adottato ulteriori misure preventive. Divieto di qualsiasi evento, scuole e università chiuse. Il Governo ha imposto anche restrizioni alle entrate nel Paese.
Finlandia. Gli eventi che prevedono un numero superiore alle 500 persone vengono sospesi.
Grecia. Con una crisi migratoria alle porte il Governo ha disposto la chiusura di scuole e università.
Irlanda. Gli eventi al chiuso con più di 100 persone e gli assembramenti all’aperto con più di 500 persone sono cancellati. Scuole e università chiuse.
Lettonia. Dopo aver proclamato lo stato di emergenza, la Lettonia si è allineata alle norme estoni.
Lituania. Lo Stato ha imposto la quarantena a livello nazionale fino al 30 marzo.
Lussemburgo. Scuole chiuse fino al 27 marzo.
Malta. Si allinea alla chiusura degli istituti scolastici e universitari.
Olanda. Sospensione di eventi e chiusura dei luoghi con assembramenti superiori a 100 persone.
Portogallo. Chiusura di scuole e università. Limitazioni alle attività di ristoranti e attività commerciali.
Repubblica Ceca. Stato di emergenza. Con la diffusione del Coronavirus in Europa, il Governo ha stabilito la chiusura delle frontiere agli stranieri.
Romania. Da lunedì 16 marzo scatterà lo stato di emergenza.
Slovacchia. Serrata di ogni evento ricreativo e sportivo, di ogni attività educativa.
Slovenia. Scuole chiuse, voli dall’Italia cancellati, confini con la Penisola controllati.
Svezia. Chiusura degli eventi più affollati.
Ungheria. Segue la linea irlandese per gli eventi all’aperto e al chiuso. Limitazioni agli spostamenti da e per l’Austria e la Slovenia. Blocco degli ingressi dall’Italia.