Non ci sono le condizioni per riaprire scuole e Università il 18 maggio.
Così ha detto al Governo il comitato tecnico scientifico, evidenziando che il rischio di un ritorno alla didattica tradizionale è ancora troppo elevato.
Il piano per le Università
Fino a luglio le modalità di apprendimento saranno unicamente online. Da settembre si adotterà un modello misto che prevedrà la presenza di alcuni atenei in aula, mentre altri resteranno a casa.
La prima parte del prossimo Anno Accademico convivrà ancora con il coronavirus e il rischio di rimbalzo: sarà quindi probabile una riapertura con la didattica a distanza.
Per il momento l’apertura delle Università si rimanda a fine settembre, ma tutto dipenderà da come si evolverà la pandemia nei prossimi mesi.
Molto dipenderà dalle dimensioni degli atenei
Gli atenei più grandi ricominceranno con molta probabilità online, mentre per quelli di dimensioni medio-piccole è previsto un graduale rientro nel periodo tra settembre e gennaio 2021.
La ripresa, come spiegato dal ministro Gaetano Manfredi, sarà divisa in due fasi.
La prima vedrà il completamento del semestre in corso, che continuerà fino a luglio.
Da settembre si introdurrà un modello misto, che vedrà la ripresa della didattica in aula per alcune realtà, mentre altre continueranno l’apprendimento da remoto.
I primi numeri dei nuovi metodi di didattica e le novità per gli studenti di medicina
Ad oggi sono 26mila gli universitari laureati a distanza, mentre le lezioni sono seguite da 1 milione e 200mila studenti.
È previsto un aumento delle borse di specializzazione in medicina: oltre alle 9mila odierne, se ne aggiungeranno altre 5mila per garantire la presenza di un maggior numero di medici specializzati.
Manfredi ha inoltre firmato un decreto applicativo per Medicina e Chirurgia che prevede il riconoscimento, da parte degli atenei, delle attività di tirocinio effettuate nel periodo di emergenza.