Dimissioni volontarie tra i giovani: in cerca di equilibrio e soddisfazione

Greta Maggi

Stiamo assistendo ad un aumento vertiginoso del numero di giovani che decidono di dare le proprie dimissioni dal posto in cui lavorano. Great Resignation è il termine che usano sia le istituzioni che i media americani per definire il fenomeno. In Italia il trend raggiunge una percentuale più alta del previsto tra i giovani, poiché cambiano esigenze, interessi e prospettive di vita. Difatti, la maggior parte non si accontenta di un ambiente o ruolo lavorativo insoddisfacente e cerca un equilibrio tra vita privata e professionale. 

Le cause delle dimissioni giovanili

Negli ultimi due anni il mercato del lavoro sia italiano che internazionale è stato protagonista di svariati cambiamenti, esperimenti e scoperte. Secondo un’indagine promossa da Aidp (Associazione per la Direzione del Personale) su un campione di 600 aziende, la percentuale di giovani in Italia che lascia il lavoro tra 26 e 35 anni è cresciuta in modo esponenziale. È importante innanzitutto valutare il trend dal punto di vista geografico. Il tasso più significativo di dimissioni volontarie è infatti nelle aziende ubicate al Nord del nostro Paese. 

Quali sono le cause di questo fenomeno? Quasi la metà dei rispondenti alla ricerca Aidp (48%) ha indicato al primo posto la ripresa del mercato del lavoro e al secondo il desiderio di condizioni economiche più favorevoli in un’altra azienda (47%). Al terzo posto invece troviamo la necessità di avere più equilibrio tra vita privata a lavorativa (41%), tema sempre più discusso nell’ultimo alto, a seguito di una maggior considerazione e consapevolezza dell’importanza della propria salute mentale. Inoltre, è opportuno segnalare che un quarto dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato che sta ricercando un nuovo senso di vita e il 20% ha spiegato le proprie dimissioni a un clima di lavoro negativo.

I settori lavorativi più colpiti

I settori che hanno maggiormente risentito dell’ondata di dimissioni volontarie sono: 

  • Informatico e Digitale (32%)
  • Produzione (28%) 
  • Marketing e Commerciale (27%) 

Più di metà delle aziende coinvolte sono situate, come menzionato precedentemente, al Nord. Queste hanno evidenziato l’aumento del 15% delle dimissioni rispetto a un anno prima

Siamo stati colti di sorpresa nella maggior parte dei casi anche se dei segnali deboli dello sviluppo di questo fenomeno erano già ravvisabili” ha dichiarato Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp.

Un modus operandi in continuo cambiamento

In generale, si possono quindi fare due conclusioni. La prima è che in un mondo in continuo cambiamento anche il mercato lavorativo si sta adeguando e infatti trasformando. La seconda invece è riconducibile ai dati dell’analisi sopra riportata. L’indagine dimostra che i rispondenti – che ricordiamo sia solo un campione della popolazione italiana sotto i 36 anni – hanno completamente cambiato le loro priorità e la percezione del senso del lavoro rispetto alle precedenti generazioni. Sono i più giovani che si stanno interrogando sul senso della vita, benessere, motivazioni e aspirazioni e hanno il coraggio di prendere una decisione: scegliere ciò che li soddisfi.

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