Domenica 20 e lunedì 21 settembre si voterà per il referendum costituzionale confermativo sulla riduzione del numero dei deputati e dei senatori.
I primi da 630 a 400, i secondi da 315 a 200.
Come per ogni elezione, i cittadini sono chiamati a votare nel proprio comune di residenza. Per chi è fuorisede, però, esercitare il proprio diritto di voto non è scontato.
Le difficoltà dei fuorisede, le ristrettezze economiche e il rischio sanitario
Tema caldo quello dell’impossibilità per i fuorisede, studenti e lavoratori che siano, di votare all’infuori del proprio comune di residenza. Non sempre è possibile tornare a casa per esercitare il proprio dovere e diritto elettorale.
Prima tra tutti la questione economica, soprattutto in un periodo di crisi post lockdown, a cui si aggiungono i rischi connessi al viaggiare in piena pandemia.
Spostarsi non sempre è economico, e di questi tempi nemmeno sicuro: i contagi in aumento ci ricordano che il pericolo è tutt’altro che scampato.

Un “lasciapassare” legislativo
L’art.19 della Legge 25 maggio 1970 n.352 prevede che, presso i seggi elettorali, possano esserci un rappresentante ed un rappresentante supplente di ogni partito o gruppo politico presenti in Parlamento.
Oltre al diritto all’astensione dal lavoro e al riposo compensativo, per i rappresentanti di lista è possibile votare presso il seggio di designazione. Il rappresentante dovrà presentare una delega, un documento d’identità e la propria tessera elettorale.
Si tratta di una carica a numero limitato, non accessibile a tutti i cittadini che potrebbero usufruirne.
I fuorisede che intendono partecipare al referendum possono recarsi al proprio Comune di residenza, allegando costi, tempi e permessi lavorativi. In alternativa richiedere la delega come rappresentante di lista a una sezione di partito del proprio territorio, sperando di conquistare la posizione e poter votare senza spostarsi.
L’iniziativa di Io Voto Fuori Sede
Il comitato civico iovotofuorisede ha lanciato una petizione per richiedere una modifica della legge che consenta anche ai fuorisede, come già previsto ad altre categorie, di votare fuori dal proprio comune di residenza.
Si tratta comunque di una problematica che coinvolge un numero considerevole di cittadini, che spesso si ritrovano a dover rinunciare a un proprio diritto, che dovrebbe essere garantito dalla nostra Carta Costituzionale. Anche per questo referendum sarà difficile votare per i fuorisede.