Il 24 febbraio ha avuto inizio l’invasione russa dell’Ucraina, un orrore che ha comportato migliaia di morti, milioni di sfollati e profughi e una recrudescenza dei rapporti tra le maggiori potenze mondiali.
Anche le Università rientrano tra le vittime del conflitto, l’intero sistema educativo terziario ucraino è in ginocchio da più di un mese. Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), presieduto dalla Ministra Maria Cristina Messa, ha già predisposto interventi per soccorrere i docenti e gli universitari ucraini.
Ma ulteriori sostegni arriveranno anche per gli accademici russi che hanno mosso dure critiche al regime putiniano e che hanno “osato” pronunciare la parola “guerra”. Anche per loro il Ministero si è impegnato perché, come afferma la Ministra Messa:
Non bisogna disperdere il loro sapere
Ministra Maria Cristina Messa
L’Italia aiuterà anche gli accademici russi
Il Decreto-legge 16/2022 ha istituito un fondo di un milione di euro a sostegno di tutto il personale universitario e degli universitari di nazionalità ucraina vittime del conflitto attualmente in corso ai quali è stata riconosciuta la protezione internazionale. Con questo fondo il Governo finanzierà le spese dei richiedenti per vitto, alloggio e per tutto ciò di cui avranno bisogno. Ciononostante, lo strumento è pensato come un pungolo per ulteriori investimenti e sostegni anche privati.
Inoltre, per coordinare il tutto il Ministero ha anche istituito un indirizzo mail istituzionale dimodoché Università, Istituti AFAM ed enti di ricerca possano segnalare quanto predispongono per sostenere i profughi.
Allo stesso indirizzo (helpforacademics@mur.gov.it) potranno far riferimento gli accademici russi che volessero recarsi in Italia. Chiara è la loro opposizione all’aggressione russa nella lettera firmata da migliaia tra docenti e studenti:
We categorically condemn the war that our country unleashed in Ukraine […] War is violence, cruelty, death, loss of loved ones, powerlessness and fear that cannot be justified by any goal. War is the most cruel act of dehumanization, which, as we studied within the walls of schools and the University, should never be repeated.
Dalla petizione firmata da accademici e studenti russi