Lo scorso 4 luglio il PoliMi ha ospitato la seconda edizione del POP (Pari Opportunità Politecniche) Day, evento con il quale il Politecnico si impegna a “garantire un ambiente di studio e lavoro che rispetti le identità di genere, le diverse abilità, le culture e provenienze”. In particolare si è parlato di quote rosa.
Durante il POP Day è stato presentato il primo bilancio di genere. Il Poli, per abbattere gli stereotipi e l’ignoranza ma al contempo per capire il proprio mondo, si fa oggetto di studio. Applicando la lente della prospettiva di genere è stato esaminato un arco temporale che si estende dal 2000 a oggi. Con un cammino lento, ma costante il numero delle donne è aumentato significativamente in ogni settore (studenti, corpo docente, personale tecnico-amministrativo).
Il rosa tra i banchi
I risultati denunciano però un andamento a due velocità verso la parità di genere: solo nelle facoltà di Architettura e Design è stata raggiunta e addirittura superata, con un 57,8% e 61% di studentesse sul totale. A Ingegneria invece si sfiora il 23%. Dal 2000 l’aumento complessivo di nuove iscritte è dell’8%. Da ciò si desume anche l’obiettivo del Politecnico che punterà a valorizzare ancora di più le donne che “ottengono mediamente voti di laurea più alti” rispetto ai colleghi:
Coorte 2012 (voto medio Triennale) | Studenti | Studentesse |
Architettura | 100,3 | 102 |
Design | 99,6 | 101 |
Ingegneria | 93,7 | 94,5 |
Dati che contrastano con l’occupazione post-magistrale: a Ingegneria dopo 12 mesi solo il 47,4% delle donne ha un contratto a tempo indeterminato contro il 57% degli uomini.
Diversità evidente anche nell’andamento della carriera accademica e scientifica: le donne hanno stipendi più bassi e meno contratti a tempo indeterminato. Le docenti sono il 29% del totale, con un aumento dell’8% dal 2000, ma di gran lunga al di sotto della media nazionale (40%). Nelle posizioni di I fascia le docenti sono il 22,4%.
Molte le iniziative proposte a favore delle quote rosa: borse di studio per le studentesse liceali che si iscrivono ai corsi estivi e borse aziendali per l’inserimento nel mondo del lavoro, aiuti economici per le ricercatrici post-maternità (€15.000), asilo nido gratuito per studentesse e dottorande, corsi di storytelling come promozione e cambiamento culturale, centri di accoglienza per i figli dei dipendenti attivi durante le vacanze estive e pasquali. Il tutto si andrà a sommare al finanziamento annuale specifico a sostegno delle pari opportunità: nel 2016 €276.000, nel 2018 €560.000.
La parità di genere non è una battaglia tra sessi. Ognuno di noi deve contribuire e sostenere quei diritti che troppe volte rimangono solo carta morta perché a goderne non sarà solo la nostra collega, amica o madre ,ma la società intera.