Negli ultimi anni si discute spesso della cosiddetta “4 days week”. Si tratta di un esperimento pilota portato avanti da diversi Paesi che consiste nel ridurre la settimana lavorativa senza diminuire lo stipendio. Lavorare di meno permette di lavorare meglio? Dai dati sembra di sì. Vediamo perché.
Quanto si lavora normalmente
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (ILO) ha calcolato che nel mondo il 31,6% dei lavoratori lavora oltre 48 ore settimanali.
Uno studio del 2019 evidenzia come nell’Unione Europea l’Italia è il Paese dove si lavora di più. La produttività italiana (intesa come PIL per ora lavorata) è però bassa e gli stipendi sono al di sotto della media OCSE.
Al contrario, in Germania, si lavora molto meno ma si produce molto di più.
La 4 days week
L’idea alla base della 4 days week è che, con un orario lavorativo ridotto, si riduca lo stress dei lavoratori.
Il beneficio per il lavoratore è evidente: un migliore bilanciamento tra vita privata e lavorativa.
I vantaggi sono però anche dalla parte delle aziende. La produttività sembra aumentare e si riducono i consumi.
Inoltre, la riduzione degli spostamenti da parte dei lavoratori contribuisce alla riduzione dell’inquinamento.
I rischi della 4 days week
Non mancano però le critiche a questo tipo di modello lavorativo.
La perplessità principale è quella di non riuscire a svolgere la stessa quantità di lavoro in un tempo minore. Rischiando così di aumentare le ore lavorate nei quattro giorni e annullando quindi i benefici del lavoratore.
Un altro timore è quello di aumentare le disparità tra i lavoratori, in particolare per quei mestieri che non possono essere svolti in tempi ridotti.
La 4 days week in Islanda
Un primo esperimento venne fatto in Giappone nel 2019.
Microsoft Giappone sperimentò per un mese la 4 days week, registrando un aumento della produttività del 40%.
In Islanda si è invece osservato l’andamento su quattro anni.
Il comune di Reykjavík e il governo hanno coinvolto più di 2.500 lavoratori in una serie di luoghi di lavoro come scuole, uffici e ospedali.
I lavoratori hanno sperimentato una riduzione dell’orario lavorativo a quattro giorni a settimana a parità di stipendio percepito.
I risultati in termini di produttività hanno consentito ai sindacati di rinegoziare i tempi di lavoro: ora l’86% della forza lavoro islandese è passata a orari più brevi per la stessa retribuzione.
…E in Italia
Anche il nostro Paese sta sperimentando la 4 days week.
I dipendenti della società di head hunting, Carter & Benson di Milano possono lavorare 4 giorni a settimana, hanno le ferie libere e la possibilità di fare attività sportiva due ore a settimana in orario di lavoro percependo lo stesso stipendio.
Secondo il Ceo della società, l’esperimento sta avendo ricadute positive sia sui dipendenti che godono di un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro, che sulla qualità dei servizi dell’azienda.