Le "prime donne" che hanno cambiato la storia - University Network

Le “prime donne” che hanno cambiato la storia

Fiorella Verde

<< Qualsiasi cosa facciano le donne, devono farla due volte meglio degli uomini, per essere apprezzate la metà. Per fortuna non è difficile>>.

Charlotte Whitton

Provocano un riso amaro le parole di Charlotte Whitton, nata l’8 marzo 1896, e primo sindaco donna di una grande città canadese come Ottawa. Attivista, politica e giornalista, Charlotte Whitton ha dovuto lottare contro pregiudizi e discriminazioni per raggiungere i suoi obiettivi e come lei, tante sono le donne che hanno dedicato la propria vita a rendere il mondo un posto migliore.

Ecco allora cinque “lavori” a maggioranza maschile, in cui le donne hanno fatto la differenza.

5. Matematiche e fisiche

Katherine Johnson (matematica, informatica e fisica) e Margaret Hamilton (scienziata).

Katherine Johnson → Nata nel 1918 nella città di White Sulphur Springrs in West Virginia, fu una delle prime allieve di colore ad essere ammesse alla scuola locale, dove poi si è diplomata a soli 14 anni. Una bambina prodigio che divenne una donna prodigio e che all’inizio degli anni ‘50 fu assunta da quella che oggi conosciamo come Nasa. Non solo fu la prima donna autrice di un testo di matematica astronomica (1962) ma partecipò anche al gruppo di lavoro che ha preparato la missione orbitale di John Glenn, occupandosi di dare vita ad una rete che controllasse la traiettoria della capsula spaziale. Prima della partenza della missione alla Johnson è stato chiesto da Glenn di ripetere tutta la sequenza delle operazioni sulle traiettorie. Ma a mano, con la sua calcolatrice meccanica. La missione fu un successo. Katherine ha poi lavorato per quasi tutte le missioni spaziali, compresa la Apollo 11 nel 1969, con il leggendario sbarco dell’uomo sulla Luna. Ed è durante questo storico progetto che la sua vita si è scontrata con quella di Margaret Hamilton.

Margaret Hamilton → Di fondamentale importanza fu infatti l’Apollo Guidance Computer, il software ideato dalla Hamilton che permise l’allunaggio il 20 luglio 1969. Grande risalto è stato dato alla quantità di tecnologia impiegata durante il programma Apollo, ma meno noto è il grande contribuito di Margaret Hamilton alla causa. Non tutti sanno infatti che tre minuti prima dell’atterraggio, sulla navicella scattò un allarme e si attivò una funzione destinata al rientro ma non all’allunaggio. C’erano concrete possibilità che il computer dell’Apollo 11 andasse in sovraccarico e non potesse gestire tutte quelle funzioni, andando in crash. Questo avrebbe impedito che la più grande impresa della storia dell’uomo si concludesse. Ma, soprattutto, poteva portare la navicella a schiantarsi sul suolo lunare con il suo equipaggio. LaHamilton aveva però previsto questa eventualità mentre creava il software e l’aveva scritto tanto bene, da aver previsto il possibile conflitto e messo in condizione il computer di correggersi. La macchina, durante la fase di discesa, riuscì a stabilire le priorità e ad ignorare la funzione “superflua” per far prevalere tutto quanto era necessario all’atterraggio, permettendo a Neil Armstrong di diventare il primo essere umano a camminare sulla Luna.

Nel 2003 la NASA ha conferito alla Hamilton l’Exceptional Space Act Award, insieme al premio in denaro più alto mai dato a una singola persona, considerandola pioniera di tutte le seguenti imprese spaziali. Mentre nel 2016 Margaret, a 80 anni, è stata insignita da Barack Obama della Medaglia Presidenziale della libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti destinata a chi abbia contribuito alla sicurezza, agli interessi, alla pace o alla cultura americane.

4. Artiste

Zaha Hadid (Architetto) e Frida Kahlo

Zaha Hadid→ Nata a Baghdad, in Iraq, il 31 ottobre 1950, è cresciuta in uno dei primi edifici bauhaus di ispirazione a Baghdad. La condizione economica agiata della sua famiglia le ha permesso di frequentare prima l’Università di Beirut, in Iraq, laureandosi in matematica, e poi di trasferirsi a Londra, nel 1972, per studiare all’ Architectural Association. In diverse interviste la Hadid ha rivelato come in realtà il suo successo fosse frutto anche di una buona dose di fortuna, restando nel suo Paese natale infatti, probabilmente non sarebbe riuscita a sfondare com’è invece successo grazie ai suoi agganci e agli studi svolti a Londra.

«L’esperienza del trasferimento fu molto liberatoria – ha asserito la Hadid – Londra negli anni Settanta era molto più aperta di oggi. Adesso, so che gli Inglesi in realtà sono sciovinisti e misogini, ma allora coglievo soprattutto il loro amore per tutto ciò che è eccentrico, che mi ha permesso di fare ciò che desideravo … Certo, se fossi stata un uomo avrei avuto vita più facile».

Fu proprio a Londra che fondò nel 1980 quello che poi sarebbe diventato uno degli studi di architettura più famosi, lo Zaha Hadid Architects, che oggi giorno da’ lavoro a ben 246 architetti. Molti furono i riconoscimenti per le sue opere spettacolari, quasi utopistiche, che ricevette negli anni di onorata carriera. Zaha fu la prima donna nella storia a vincere nel 2004 il Premio Pritzker, che in architettura equivale al Nobel.

Ha vinto poi anche il Premio Stirling, per due anni consecutivi: nel 2010, per una delle sue opere più celebri, il MAXXI, il nuovo centro per le arti contemporanee, a Roma, nel 2011 per la Evelyn Grace Academy, una scuola con forme a Z a Brixton, Londra.

Frida Kahlo → Altra grandissima autorità nel mondo dell’arte fu Frida Kahlo, che con i suoi lavori ha dato voce a migliaia di donne e uomini del suo paese. Frida nacque a Città del Messico nel 1907 e fin dall’adolescenza manifestò una personalità molto forte, unita a un singolare talento artistico. Fu grazie al suo carattere che non si spezzò mai, né quando ebbe un gravissimo incidente a soli 18 anni (che la portò a subire ben 32 operazioni chirurgiche), né quando perse i suoi bambini e neppure quando suo marito la tradì proprio con sua sorella.

Al contrario, Frida convogliò tutto il suo dolore e l’amore per il suo Paese, nella sua arte. Fu così che nacque la serie di ritratti che oggi è così famosa. Frida dipingeva se stessa e in questi ritratti di piccole dimensioni, dipinti con «precisione e pazienza» ritroviamo l’essenza di una donna che non ha mai smesso di lottare, una donna che raffigura il corpo di una donna senza passare attraverso la lente distorta del male gaze e che attinge a piene mani dalla sua cultura, adornandosi sulla tela con abiti di campagna o costumi indio. Il mondo contenuto nelle opere di Frida si rifà poi soprattutto all’arte popolare messicana e alla cultura precolombiana, vi troviamo infatti, immagini votive popolari, raffigurazioni di martiri e santi cristiani, ancorati nella fede del popolo. Del Messico, poi, ritroviamo, nelle opere di Frida, la flora e la fauna, i cactus, le piante della giungla, le scimmie, i cervi e i pappagalli.

3. Astronaute

Valentina Tereshkova (astronauta) e Samantha Cristoforetti (astronauta)

Valentina Tereshkova →Nata in Russia nel 1937, orfana di padre e appassionata di paracadutismo, a soli 26 anni è diventata la prima donna astronauta ad andare nello spazio.

Nome in codice Čajka, “gabbiano”, il suo primo volo spaziale è datato 16 giugno 1963, a bordo della Vostok 6. Prima donna cosmonauta nella storia, ha effettuato ben 48 orbite intorno alla Terra durante una missione di 70,5 ore. Non solo la Tereshkova dovette affrontare un’estenuante preparazione (così come le altre quattro donne entrate con lei nel programma di addestramento) ma si è anche ritrovata a vivere la sua prima missione nello spazio completamente da sola. Inoltre in un’intervista a Komsomolskaya Pravda la Tereshkova ha raccontato che all’inizio il lancio era andato bene, «fino all’ingresso nell’orbita terrestre». Dopo circa trenta giri intorno alla Terra però, i tecnici si accorsero di un errore, constando che la navicella Vostok 6 «si stava allontanando dal pianeta e non avvicinando», rischiando così di sfuggire all’attrazione terrestre per perdersi nello spazio. Dal centro di controllo furono impostate le necessarie correzioni e questo, per quanto spaventoso, non fu l’unico contrattempo che la Tereshkova dovette affrontare. In orbita rimase legata al sedile con la tuta e il casco per tutta la durata del viaggio e dopo le prime 24 ore questo sforzo fisico cominciò a diventare non poco indifferente. Infine al rientro della Vostok nell’orbita terrestre Valentina Tereshkova è stata sparata fuori dalla navicella, atterrando con il paracadute in un lago. Un’impresa dunque quella di Valentina Tereshkova che l’ha sì consegnata nella storia, ma non senza grandi sofferenze.

Samantha Cristoforetti → Nata a Milano nel 1977, esattamente 40 anni dopo la prima donna ad andare nello spazio, è un’aviatrice e astronauta ed è stata la prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea.

Si è laureata in ingegneria meccanica all’Università tecnica di Monaco e nel 2001 è stata ammessa all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, uscendone con una laurea in Scienze aeronautiche. A maggio 2009 fu selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea, prima donna italiana e terza europea in assoluto, risultando tra le sei migliori di una selezione alla quale avevano preso parte 8 500 candidati. Samantha ha raggiunto il culmine della sua carriera quando è stata selezionata per la missione Futura, expedition 42 e 43, una missione di lungo termine sulla Stazione Spaziale Internazionale durata 199 giorni, dal 23 novembre 2014 all’11 giugno 2015. La preparazione per la missione è durata più di 2 anni, a partire da luglio del 2012 e si è svolta principalmente nella Città delle Stelle, il centro di addestramento russo degli astronauti.

Al suo ritorno sulla Terra ha conseguito ufficialmente il record europeo e il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo, entrando così di diritto nella storia dell’astronautica e diventando un modello di riferimento per migliaia di bambine di tutto il mondo.

2. Premi Nobel

Maryam Mirzakhani (matematica) e Marie Curie (scienziata)

Maryam Mirzakhani Nata nel 1977 (come Samantha Cristoforetti) a Teheran, è stata una matematica iraniana e professoressa alla Standord University.

Negli anni del liceo si è guadagnata due medaglie d’oro alle Olimpiadi internazionali della matematica e per quanto desiderasse diventare una scrittrice, Maryam non impiegò molto a capire che il destino aveva in serbo altro per lei. Dopo la laurea, è partita alla volta degli Stati Uniti per un dottorato ad Harvard. E in seguito a un periodo di insegnamento a Princeton, nel 2008 è diventata professoressa all’Università di Stanford, in California. Nel 2014 poi è entrata nella storia, quando le è stata conferita la medaglia Fileds, «per i suoi straordinari contributi alla dinamica e alla geometria delle superfici di Riemann e dei loro spazi di moduli». Questa medaglia equivale a un riconoscimento tanto importante da essere comunemente definito il “Nobel” per la matematica. Viene assegnata ogni quattro anni ad un massimo di quattro candidati sotto i 40 anni di età e dalla sua istituzione, avvenuta nel 1936, nessuna donna l’ha mai vita. Al momento dell’assegnazione del premio, ha dichiarato: «È un grande onore. Spero che questo incoraggi giovani scienziate e matematiche donne. Sono sicura che nei prossimi anni molte altre donne vinceranno questo tipo di premi».

Maryam Mirzakhani è così diventata non solo la prima donna a ricevere la medaglia Fileds, ma anche la prima persona di nazionalità iraniana a guadagnarsi questo riconoscimento.

Marie Curie → Studiosa eclettica e versatile, nata a Varsavia nel 1867, fu la prima donna a vincere il premio Nobel e l’unica alla quale fu assegnato in due diverse categorie: per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911.

Nel laboratorio improvvisato di Rue Lohmond, con pochi mezzi e senza collaboratori, i coniugi Marie e Pierre Curie iniziano a studiare la “radiazione”, il fenomeno da poco scoperto dal fisico Henri Becquerel. Alla capacità di emettere energia che hanno solo alcuni atomi i due scienziati danno un nome: radioattività. La scoperta del polonio e del radio vale poi ai Curie e al fisico Henri Becquerel il Nobel per la fisica nel 1903. Dopo la morte accidentale del marito Pierre Curie, avvenuta nel 1906, le venne concessa la sua cattedra di fisica generale, diventando la prima donna ad insegnare alla Sorbona. Il minuzioso lavoro della studiosa non si ferma: riesce a isolare il polonio e il radio puro e nel 1911 viene insignita del Nobel per la chimica. Durante la Prima Guerra Mondiale decide di attrezzare con apparecchiature a raggi X delle automobili, le Petit Curie. Insieme alla figlia Irène si reca sul fronte di battaglia della Marna per insegnare personalmente ai medici e agli infermieri come usare i nuovi strumenti che permettono di individuare le pallottole nei corpi dei soldati feriti. A causa delle lunghe esposizioni alle sostanze radioattive, Marie Sklodowka Curie muore il 4 luglio 1934, dopo aver contribuito a salvare centinaia di vite umane ed essersi ritagliata un posto sull’olimpo degli scienziati.

1. Attiviste

Malala Yousafzai (attivista per i diritti) e Greta Thunberg (attivista per l’ambiente)

Malala Yousafzai → Attivista pakistana, classe ‘97, Malala è la più giovane vincitrice del premio Nobel per la Pace, assegnatole nel 2014.

Reduce da un aggressione armata nel 2012 che le ha provocato gravi ferite alla testa, Malala Yousafzai non si fatta piegare, ma si è rialzata più forte di prima ed oggi si erge in difesa dei diritti civili di donne e bambini.

Dopo solo un anno dall’aggressione infatti si è recata a parlare al Palazzo di vetro a New York, per lanciare un appello alle istituzioni, e difendere il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini di tutto il mondo. Per il suo impegno costante, nonostante le minacce fisiche e verbali ricevute, Malala è stata poi insignita del Premio Sakharov per la libertà di pensiero nel 2013.

«Non credo che ci siano abbastanza giovani, né tantomeno donne, intorno ai tavoli del potere – ha dichiarato Malala in un’intervista a Vogue – quelli dove si prendono le decisioni importanti. Tuttavia, penso che farebbe la differenza. Negli ultimi anni ci sono stati così tanti progressi che vedere ragazze come Greta parlare e lottare oggi per delle grandi cause dimostra chiaramente che anche i giovani hanno un ruolo da svolgere».

E proprio Greta Thunberg, classe 2003, è l’altra giovane donna ad aver concorso recentemente per il Nobel per la Pace.

Greta Thunberg → Oggi 17enne, Greta Thunberg è un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e da anni combatte per la presa coscienza e l’arresto del cambiamento climatico.

Lei è l’ideatrice dei #FridaysForFuture, nati da uno sciopero iniziato nel 2018. In seguito ad una serie di incendi nelle foreste svedesi, ennesimo sintomo del surriscaldamento globale, l’allora quindicenne Greta decise di protestare contro il Governo e dalla prima metà di agosto (che coincide con l’inizio dell’anno scolastico in Svezia) al 9 settembre (giorno delle elezioni generali svedesi) ogni mattina e per l’intero arco della giornata che sarebbe dovuta essere scolastica, si è recata dinnanzi al Parlamento. In principio erano solo lei e una tavola di legno con scritto Skolstrejk för klimatet, “sciopero scolastico per il clima” , e il primo giorno la sua protesta rimase isolata. Dal secondo giorno qualche passante iniziò ad incuriosirsi, alcuni decisero di farle compagnia. In seguito alle elezioni del 9 settembre, Greta riprese a frequentare la scuola limitando la sua protesta al venerdì. Nacquero così i FridaysForFuture, i venerdì per il futuro, che divennero il fenomeno virale che ad oggi ha raggiunto centinaia di migliaia di giovani. Il più recente FridayForFuture infatti, si è tenuto lo scorso 29 novembre e ha coinvolto gli studenti di 157 paesi (ndr. il prossimo previsto per l’Italia è il 24 aprile 2020).

Da allora Greta ha viaggiato, studiato e scioperato per sensibilizzare le generazioni odierne e future in ambito climatico. Ha parlato al vertice delle Nazioni Unite COP24 del 2018, alla Commisione Ambiente del Parlamento europeo, al Palazzo di Vetro al Vertice dei giovani per il clima e come ha detto all’apertura del Climate Action Summit dinnanzi a decine di capi di Stato: «Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no».