Louis Armstrong è uno dei più famosi trombettisti e cantanti jazz del XX secolo. Ha permesso a questo genere musicale di evolversi, innovarsi e di diventare celebre in tutto il mondo.
Vita
Nato nel 1901 a New Orleans, la casa di quello che allora era chiamato “ragtime”, trascorse la sua infanzia alla base della scala sociale. Sin da piccolo cercò di portare qualcosa a casa finché, a tredici anni, iniziò a suonare la cornetta e si unì a dei ragazzi con i quali si esibì per le strade.
Mentre seguiva le esibizioni di altri gruppi conobbe Joe Oliver che divenne un mentore per lui. Finché nel 1922 andò a Chicago ed entrò nella band di Oliver come seconda cornetta.
Nel 1924 decise di recarsi a New York per unirsi alla band afroamericana più famosa di quei tempi, l’orchestra di Fletcher Henderson.
Nel 1926 tornò a Chicago e si unì al quintetto di Erskine Tate che divenne ben presto famoso grazie ai virtuosismi di Armstrong.
Dopo la Grande Depressione del 1929 andò a Los Angeles e poi fece un tour in Europa e negli Stati Uniti. Fu però colpito da alcuni problemi a labbra e dita per via del suo modo di suonare, così iniziò ad usare di più la voce e nel 1937 divenne la prima persona di colore ad avere una parte in radio.
Ebbe alcune parti da attore e si dedicò al canto tanto che nel 1964 il suo singolo “Hello, Dolly!” scalò le classifiche e spodestò i Beatles dalla prima posizione del Billboard Hot 100. Tra i vari riconoscimenti numerosi brani rientrano nella Grammy Hall of Fame.
Fu un uomo dolce e generoso, supportò Martin Luther King nella sua lotta contro il segregazionismo anche se lo fece in modo silenzioso. Infatti si pronunciò poche volte esplicitamente a favore della lotta delle persone nere.
Morì nel 1971 a causa di un infarto a New York.
Louis Armstrong e il jazz
Aveva un modo particolare di suonare, imprimeva inoltre una forte pressione sulla cornetta tanto che per alcuni periodi dovette interrompere l’attività da musicista per alcuni problemi di salute. I primi anni della sua vita furono cruciali per Armstrong e lo avvicinarono al mondo del jazz.
Suonò con diverse band e riuscì a sviluppare un suo stile unico. Si dedicò anche al canto, tra le canzoni più conosciute ci sono “Hello, Dolly!” e “What a Wonderful World”.
Girò in molte città americane e tenne diverse tournée internazionali.
Dopo la sua morte, nel 1972, ottenne il Grammy Lifetime Achievement Award per il suo significativo contributo alla storia della musica.