Neolaureati: Italia ultima in Europa per occupati

Manlio Adone Pistolesi

Eurostat ha pubblicato il 22 giugno il resoconto annuale dei Sustainable Development Goals (SDGs): l’Italia presenta la più bassa percentuale di neolaureati occupati in Europa. Questo, come altri indicatori, dimostrano quanto il Paese sia indietro rispetto ai target imposti dall’Unione e dall’ONU.

Cosa sono i Sustainable Development Goals

I Goals sono in tutto 17 e appartengono a un’iniziativa globale promossa dall’ONU a partire dal 2015. Entro il 2030 i Paesi del mondo si impegnano a raggiungere o, quantomeno, ad avvicinarsi agli obiettivi proposti dall’organizzazione mondiale.

I Goals qui analizzati sono il quarto (Quality Education) e il quinto (Gender Equality).

I neolaureati disoccupati in Italia e nel resto dell’Unione

L’employment of graduates valuta il tasso occupazionale dei giovani dai 20 ai 34 anni. L’indicatore tiene conto: che il giovane abbia raggiunto almeno l’istruzione secondaria superiore; non abbia seguito alcun corso di studi o di apprendistato nelle 4 settimane precedenti l’indagine; abbia conseguito il più alto livello educativo da 1 a 3 anni.

Tasso occupazionale neolaureati in Europa
Tasso occupazionale

L’Italia nel 2008 aveva un tasso occupazionale del 65,2%; nel 2014 ha toccato il 45%. Invece ora si assesta al 58,7%. Così si colloca ultima nel panorama europeo, dove la media è dell’80,9%.

Tasso occupazionale neolaureati italiani negli anni
Tasso occupazionale negli anni

Il tertiary educational attainment considera i giovani dai 30 ai 34 anni che hanno completato gli studi terziari, ovvero l’Università. L’Italia è penultima, battuta solo dalla Romania, con il 27,6%.

Percentuale popolazione che ha completato il percorso di studi

Il gender gap

Sul versante gender equality le statistiche si dividono. Infatti, se per i neolaureati il dato occupazionale era impietoso, le donne ottengono dei parziali risultati positivi.

Percentuale di donne in posizioni manageriali
Cambiamento negli anni

Dal 2003 la percentuale di donne in posizioni manageriali rilevanti ha continuato a crescere. Invece, il gender employment gap (differenza occupazionale tra uomini e donne) rimane ancora alto: 19,6%.

Differenza occupazionale di genere

Inoltre, anche l’inattività lavorativa legata alla cura dei bambini o di adulti incapaci non premia il nostro Paese. Il 39,4% delle donne tra i 20 e i 64 anni non lavora per queste cause, contro il 4% della controparte maschile.

Inattività lavorativa per motivi familiari

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