“Niente più abusi sui tirocini”, la riforma dell'On. Ungaro - University Network

“Niente più abusi sui tirocini”, la riforma dell’On. Ungaro

Manlio Adone Pistolesi

I tirocini per molti universitari sono un percorso obbligato per poter concludere i propri studi. Chi per le necessità imposte del proprio patto formativo, chi per iniziare autonomamente ad aver un contatto con il mondo del lavoro. Ognuno ha sentito parlare di esperienze traumatiche o ha provato sulla propria pelle gli abusi e i soprusi dei tirocini, in particolare quelli curricolari.

Nell’estate 2018 l’Onorevole Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva, ha presentato una proposta di legge per disciplinare il tirocinio curricolare. Infatti, per passate decisioni del Governo, non esiste nemmeno un resoconto sulle attivazioni annuali degli stage. Però secondo delle stime ufficiali ogni anno sono 200.000 i tirocini curricolari. L’Onorevole denuncia, tra l’altro, i 2 milioni di NEET nel nostro Paese.

Invece, i Giovani Democratici di Milano si sono fatti promotori, insieme a Lo stagista frust(r)ato, di una proposta per la riforma dei tirocini, curricolari ed extracurricolari, e dell’apprendistato professionalizzante (la riforma non si applica ai tirocini delle professioni ordinistiche, ndr.). Serena Gherghi, responsabile Lavoro per i GD, ne ha illustrato i punti salienti.

“Un’indennità minima per i tirocini curricolari”, la proposta di legge Ungaro

  • Come mai la sua proposta di legge è ancora ferma dal 2018? È stata mai dibattuta tra le Commissioni?

Per volontà politica. Perché la politica ritiene ci siano altre priorità, sebbene sia una proposta di buon senso che non costa nulla alle casse dello Stato. Parte del rallentamento deriva sicuramente dal fatto che sia stata assegnata congiuntamente alla Commissione VII (Cultura) e alla Commissione XI (Lavoro), ma il motivo principale consiste nella totale mancanza di interesse politico al riguardo. Il nostro Paese storicamente non si cura del lavoro giovanile e dell’istruzione. Infatti investiamo molte meno risorse per il diritto allo studio e per l’introduzione nel mondo del lavoro dei giovani italiani rispetto agli altri Paesi europei, non solo in un’ottica comparativa ma anche storica. L’Italia ha più di 2 milioni di NEET.

Sono molto amareggiato e molto frustrato, ho cercato di spingere ogni mese per tre anni. Ora il primo dicembre dovrebbe iniziare l’analisi della mia proposta che tra l’altro riscuote molto interesse nel Paese come testimoniano le 60.000 firme raccolte dai Giovani Democratici di Milano”. 

  • Pensa che anche una minima parte della sua proposta di legge possa entrare all’interno del Decreto Bilancio 2022?

Non penso. Anche perché la mia misura è di tipo ordinamentale, senza oneri per le casse dello Stato”.

  • I GD di Milano hanno proposto una rivoluzione dello stage/tirocinio e dell’apprendistato. Si trova d’accordo con loro?

Sì, sono d’accordo. I tirocini sono uno strumento molto utile per il mondo del lavoro, ma non devono essere abusati. Bisogna lottare contro i tirocini non retribuiti e quelli infiniti nel tempo che obbligano il tirocinante a svolgere mansioni non utili. Metterei un limite a cinque mesi, rinnovabile una sola volta. Sulle indennità (per i tirocini extracurricolari, ndr.) le Regioni hanno introdotto dei compensi minimi, la competenza appartiene a loro. Eppure avrei preferito un’indennità nazionale”.

  • Quanto c’è del piano Giovani adesso di Italia Viva nel PNRR e nel Decreto Bilancio? Quali saranno i suoi prossimi impegni?

Nel PNRR c’è un finanziamento di un miliardo e mezzo per la rivoluzione degli Istituti Tecnici Superiori. C’è il finanziamento dell’orientamento scuola-lavoro e scuola-Università con 30 ore annuali obbligatorie. Abbiamo ottenuto il potenziamento del Servizio Civile Universale a 60 mila unità. Purtroppo nel documento stilato dal Governo manca del tutto un riferimento all’imprenditorialità giovanile, presente invece nel Piano francese. Si accenna soltanto l’impegno a riformare l’apprendistato e il tirocinio.

È del tutto assente uno specifico piano d’azione sui NEET, avremmo bisogno di qualcosa di simile al Kickstart Scheme inglese. In Legge di Bilancio vi è una detrazione per gli affitti pari al 20% per i giovani fino ai 31 anni con un salario fino a 15.000 euro. Però secondo me e per l’intergruppo parlamentare per l’equità intergenerazionale (Next Generation Italia) che ho fondato a febbraio e che conta 60 parlamentari, la soglia è troppo bassa perciò stiamo cercando di alzarla fino a 20.000 euro e ad almeno 33 anni di età.

Purtroppo in Bilancio non vi è un piano di emergenza per la salute mentale dei giovani. Invece, personalmente sarei a favore di introdurre una specie di dote universale, per coloro che compiono 18 anni, da vincolare alla spesa in corsi di formazione, avvio di imprese o acquisto della prima casa. Vorrei rendere strutturale la misura Resto al Sud, già introdotta dal Governo Renzi nel 2017, che sostiene l’imprenditorialità giovanile”.

“La riforma entro fine legislatura”, l’iniziativa dei Giovani Democratici di Milano

  • Com’è nata questa iniziativa?

L’idea è nata quasi tre anni fa. Tutti coloro che poi hanno collaborato alla stesura della proposta ai tempi si trovavano con un patto formativo che prevedeva un periodo di tirocinio. Tra di noi parlavamo delle nostre esperienze: venivamo pagati pochissimo, non potevamo prenderci giorni di ferie o di malattia. Io stessa, per esempio, il giorno seguente alla mia laurea sono dovuta tornare in ufficio.

Da queste esperienze abbiamo deciso di rivoluzionare il sistema dei tirocini e degli apprendistati. Perciò, innanzitutto, nel 2019 abbiamo elaborato un questionario anonimo che ha raccolto 1.200 risposte da tutta Italia. Successivamente siamo passati a scrivere la nostra proposta, appoggiata dall’Onorevole Ungaro e dall’Onorevole Gribaudo. Come gruppo ci siamo spesi maggiormente per una piattaforma che renda più agevole l’accesso all’apprendistato”. 

  • Qual è stata l’esperienza che ti ha colpito di più?

Quella che mi ha sorpreso di più è stata la storia di un ragazzo che aveva firmato un patto formativo per una mansione, ma dopo un paio di settimane l’hanno collocato a svolgerne un’altra. La nuova mansione non era particolarmente sicura e non era assistito da nessuno. Invece, una ragazza dopo essere stata ricoverata in ospedale è stata licenziata con un messaggio”.

  • Perché proponete di limitare il tirocinio al percorso formativo?

L’idea del tirocinio è di formare gli studenti. Se lo si lega alla proposta formativa allora è più logico legarlo a un tempo limite anche per i mesi successivi alla laurea. Un’azienda, anni dopo la conclusione del mio percorso di studi, potrebbe usare il tirocinio per sfruttarmi senza tutte le tutele di un vero contratto. Fissiamo a 3 o 6 mesi dalla laurea il tempo limite entro cui intraprendere il tirocinio. Inoltre, inseriamo come obbligatorio il rimborso spese: minimo 350 euro al mese. Perché attualmente il tirocinio curricolare non prevede retribuzione”.

  • In merito all’apprendistato professionalizzante proponete l’aggiunta di altre finestre di uscita e la decontribuzione crescente.

Abbiamo inserito tre finestre di uscita, ciò va incontro sia all’apprendista che all’azienda. Non tutte le imprese possono sostenere spese per così tanto tempo. Invece, lo studente può godere di una maggiore flessibilità nel caso in cui non sia soddisfatto o voglia cambiare percorso. Inoltre, attraverso la decontribuzione crescente l’azienda che non interrompe il contratto entro la fine dei tre anni o addirittura converte l’apprendistato in indeterminato ottiene dallo Stato una maggiore percentuale”. 

  • Cosa c’è di diverso tra la vostra proposta e quella dell’Onorevole Ungaro?

La nostra proposta si ispira a quella dell’Onorevole, abbiamo sempre dialogato con lui. Entrambe mirano alla limitazione del tirocinio. La sua si concentra maggiormente sull’aspetto formativo. Sono due proposte che possono andare avanti parallelamente”. 

  • Lo scorso 8 ottobre 2020 il Parlamento Europeo ha adottato una Risoluzione dove, al punto 9, si legge “esorta gli Stati membri a garantire che i giovani […] ricevano offerte di lavoro, formazione, apprendistato o tirocinio qualitativamente valide […] e con un’equa remunerazione” , mentre al punto 11 si sottolinea il “principio di una remunerazione equa per i tirocinanti e gli stagisti”. Ritieni che l’Europa debba fare di più?

Per me l’Europa dovrebbe prendere posizioni molto più nette, non esortare semplicemente gli Stati membri. I Paesi aderenti devono seguire una linea comune, se non avviene siamo molto lontani dall’idea di Europa. Chiediamo un maggiore controllo dell’Europa su determinate tematiche”.

  • Avete avuto la possibilità di incontrare il Ministro Orlando, cosa vi ha promesso e cosa è stato fatto? Si potrà arrivare a una riforma entro la fine della legislatura?

Il Ministro ci è sembrato molto positivo e disponibile. Tra l’altro ha voluto sottolineare che il 2022 sarà l’anno dei giovani per l’Europa. Probabilmente entro la fine della legislatura potrà arrivare una legge che riformi la situazione attuale”.

Tirocini: i GD dal Ministro Orlando
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