L’Università di Padova ha recentemente condotto una ricerca con protagonisti 156 senzatetto che vivono nella provincia veneta. Lo studio, che prende il nome di “Vivere senza dimora a Padova”, è stato condotto da Silvia Demita, Marta Gaboardi e Massimo Santinello del dipartimento di Psicologia dell’Università.
I risultati di ricerca
I risultati della ricerca mostrano la possibilità di attivare nuovi percorsi di inclusione e reinserimento dei clochard nella società. Dal rapporto emerge, infatti, che il 90% delle persone che vive in strada possiede delle competenze spendibili nel mercato del lavoro: il 3% è laureato, il 26,5% è diplomato e più del 50% ha frequentato almeno la scuola dell’obbligo.
Dal punto di vista professionale, il 94% dei senzatetto intervistati possiede competenze lavorative di vario tipo: si tratta di meccanici, giardinieri, insegnanti e artisti.
Come valorizzare le capacità dei senzatetto
Le competenze dei senzatetto permettono di elaborare una riflessione sul ruolo di questi ultimi all’interno della società. Si tratta, infatti, di persone che vivono di servizi (69% del totale degli intervistati), di reddito di cittadinanza (34%) e di elemosina (8,3%). Tuttavia, possiedono anche competenze lavorative specifiche e ciò rende più semplice realizzare per loro un percorso di inserimento nel mercato del lavoro. “Dobbiamo lavorare sulle capacità personali, uscire dalla logica dell’emergenza” afferma Daniela Marzana dell’Università Cattolica di Milano. Aggiunge Emanuele Alecci: “È il momento di voltare pagina e costruire progettualità innovative”.
L’Università di Padova ha così evidenziato la possibilità di guardare con occhi nuovi tutte quelle persone che non hanno fissa dimora. È necessario considerarle come un potenziale umano da recuperare e reinserire all’interno della società.