Tempo fa, in un articolo sulle riaperture romane, si riportavano le poche notizie provenienti dall’Università in periferia di Roma. Tor Vergata ha da poco chiarito come i propri studenti rientreranno in sede e come si svolgerà il prossimo anno accademico, ma molte perplessità rimangono. E un recente attacco hacker non fa che esasperare la situazione.
La riapertura
Reperire notizie sulla riapertura ha rappresentato una prova abbastanza impegnativa. Il sito d’Ateneo è privo di una struttura chiara e intuitiva. Inoltre non è aggiornato. Infatti, contattata una rappresentante del Consiglio degli studenti, la stessa ha comunicato come non fosse più in carica. Più volte le chiamate e le mail alle Relazioni con il pubblico, all’Ufficio stampa, alla Segreteria del Rettore, non hanno ricevuto risposta.
Invece, se essa si fosse palesata, le informazioni sarebbero state scarne, in particolare sulle riunioni con il Rettore Orazio Schillaci. Mentre gli studenti, ancora ad oggi, non sanno come e quando recarsi alle lezioni.
In ultima battuta, solamente il giorno 9, l’Università ha pubblicato delle linee guida relative alla didattica, aggiornate il giorno successivo in seguito a due riunioni con i capi aree.
L’Ateneo ha stabilito che lezioni, esami e prove finali si svolgeranno in modalità mista. Inoltre le matricole avranno la “priorità per le attività in presenza”. Per quanto riguarda la metodologia di suddivisione degli studenti verrà adoperato l’ordine alfabetico, lasciando piena libertà ai discenti tra DaD e didattica in presenza. Tor Vergata ha anche istituito nuove sessioni di laurea a settembre per coloro che non hanno potuto completare il loro percorso causa COVID, garantendo il completo rimborso dell’iscrizione all’anno accademico appena conclusosi.
Eppure, i dubbi rimangono sulla messa in pratica dell’organizzazione didattica e sulla libertà dei docenti di scegliere la modalità di esecuzione della prova finale.
Tor Vergata colpita dagli hacker
Venerdì 4 settembre l’Università ha subito un attacco hacker, di cui ancora non si conosce la provenienza. Gli hacker sono riusciti a entrare in file contenenti studi del personale accademico sul Coronavirus, rubando anche dati sensibili di studenti e professori. Persino la didattica ha dovuto fermarsi. Il Rettore però ha rassicurato:
Siamo riusciti subito ad avviare contromisure circoscrivendo il danno e attivando il ripristino dal backup, così da non perdere dati, ricerche e assicurare il proseguimento della didattica.