UATX: la nuova Università contro la Cancel Culture

Giorgia Fontana

L’8 novembre scorso ha ufficialmente aperto UATX (Università di Austin). Il dottor Pano Kanelos, professore di filosofia politica e scienze letterarie, nonché ex presidente del St. John’S College di Annapolis, ne è uno dei fondatori. Si tratta della prima Università che, invece di seguire il politically correct, spazza via la Cancel Culture, la censura e la scienza politicizzata. 

Che cos’è la Cancel Culture 

Si tratta di un processo sociale di eliminazione delle persone che, inserite in un contesto culturale, non ne rispettano le norme fondamentali. In questo caso non interviene la giustizia penale, ma è la stessa comunità a decidere di ostracizzare chi non è conforme. Praticando il canceling, ci si rifiuta di accettare le persone di cui non si condividono l’atteggiamento o le opinioni. Le conseguenze più gravi portano i condannati alla perdita del lavoro, al boicottaggio del proprio operato o all’incontrovertibile perdita di reputazione. Per questa ragione, molti professori che si sono dichiarati contrari alle correnti socio-politiche attuali hanno subito diffamazioni o, in extremis, hanno perso la cattedra universitaria. 

 Il professore eliminato dalla Cancel Culture

I casi in cui insegnanti universitari siano stati licenziati per le proprie opinioni socio-politiche sono tanti, ma, secondo Kanelos e i suoi collaboratori, non tutti motivati.

Uno dei co-fondatori di UATX, Peter Boghossian, ha rinunciato alla sua posizione di professore di filosofia alla Portland State University per protesta. Con il sospetto che l’ambito di studi umanistici delle Università fosse eccessivamente influenzato dal politically correct, ha deciso di avviare un esperimento sociale davvero particolare. Collaborando con il James A. Lindsay, matematico e giornalista, e con Helen Pluckrose, culturologa, ha scritto e pubblicato vari articoli scientifici falsi. I temi riguardavano l’aumento di stupri tra i cani, l’eliminazione della transfobia attraverso pratiche anali passive o la tesi per cui il cambiamento climatico è provocato dal membro virile. Sette dei suoi articoli sono stati addirittura pubblicati su riviste scientifiche, a riprova di ciò che sosteneva Boghossian sul modo di fare Università di oggi.

“Le facoltà e loro amministratori hanno rinunciato alla missione di ricerca della verità che dovrebbe contraddistinguere le Università. Hanno invece diffuso l’intolleranza nei confronti di convinzioni e opinioni dissenzienti. Ciò portato al sorgere di una cultura dell’offesa in cui gli studenti hanno paura di manifestare apertamente onestamente i propri convincimenti. Ho riscontrato il nascere di un pensiero antiliberale che ormai completamente inghiottito l’Accademia.”

Il professore non è però riuscito ad innescare il meccanismo che avrebbe voluto: anziché accendere una viva discussione sulla problematica, ha subito accuse ed attacchi fino al momento delle sue dimissioni.

La professoressa accusata di omofobia

Un altro caso che di grande ambiguità é quello di Kathleen Stock, professoressa di filosofia all’Università di Sussex, anche lei co-fondatrice di UATX e, come Boghossian, anche lei vittima della Cancel Culture.

Tutto è iniziato quando la dottoressa ha sostenuto che l’eterosessualità non sia solo un costrutto sociale ma un’espressione della biologia umana. L’affermazione ha creato molto scompiglio, ma la professoressa non si è fatta influenzare. Ha successivamente tenuto un discorso al parlamento britannico contro una riforma per la libera decisione del genere, evidenziandone la pericolosità per lo sport, l’istruzione e il gender gap. Ha in seguito pubblicato un libro, “Material Girls. Why Reality Matters for Feminism”, dove spiega perché i diritti delle donne siano più importanti dell’identità di genere. In risposta, la professoressa ha ricevuto insulti e lamentele dai propri studenti, una lettera di indignazione dai propri colleghi e la richiesta di dimissione dal rettore dell’Università con accusa di omofobia e transfobia. L’ambiguità della situazione è dovuta soprattutto al fatto che la dottoressa Stock sia omosessuale e lo avesse dichiarato molto prima di esprimersi in merito.

I cambiamenti proposti da UATX

Il nuovo polo didattico, non ancora riconosciuto come Università, dà un’idea ben precisa dei cambiamenti che vuole apportare rispetto alle Università statali. Garantirà in primis la possibilità di affrontare discussioni di attualità che normalmente verrebbero censurate: transfobia, omofobia, razzismo. Ognuno avrà così la possibilità di dare la propria opinione per favorire un contesto dove sia possibile confrontarsi senza limitazioni.

Un altro grosso cambiamento è il costo della retta universitaria: il tetto massimo proposto è di 30.000 dollari all’anno. Davvero una rivoluzione, se si pensa che gli atenei della Ivy Legue le rette universitaie si aggirano intorno ai 75.000 dollari. Secondo Kanelos, gli studenti universitari UATX non dovrebbero essere dei clienti paganti come nel resto degli Stati Uniti. L’Università non dovrà quindi sottoporsi alla loro volontà, ma si creerà un ambiente più imparziale ed equilibrato.

I professori scelti, infine, non saranno selezionati in base alla loro reputazione, ma scelti secondo criteri meritocratici indipendenti dalle ideologie politiche o dalle loro opinioni. Secondo le statistiche citate da Kanelos, quasi il 25% dei professori statunitensi di aree umanistiche sarebbero pronti ad ostracizzare un collega che promuove opinioni conservatrici. In UATX si cercherà di creare un’Università di persone libere, che possano confrontarsi senza restrizioni, e dove le conoscenze siano più rilevanti della posizione politica.

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