Una stampante 3D contro il coronavirus

Elisa Belussi

Venerdì scorso, all’Ospedale di Chiari, in provincia di Brescia, sono terminate le valvole per i respiratori della terapia intensiva.

I tempi per le procedure d’acquisto tradizionali sono risultati da subito troppo lunghi, l’unica soluzione rimasta era il passaparola.

E così la solidarietà si è attivata, attraverso il network scientifico TheFabLab di Massimo Temporelli e il Giornale di Brescia, e poi colta dalla ditta Isinnova e dal suo fondatore, l’ingegnere Cristian Fracassi.

Per la loro iniziativa si è complimentata su Twitter anche la Ministra dell’Innovazione Tecnologica e della Digitalizzazione, Paola Pisano.

Tutto merito dell’ingegno e di una stampante 3D

Cristian Fracassi, dottore in Ingegneria dei Materiali e Ceo di Isinnova, ha accolto la richiesta di aiuto dell’ospedale del bresciano senza pensarci un attimo. In pochissimo tempo è riuscito ad attivarsi e a creare da zero un modello in scala 3D di una valvola necessaria per garantire la sopravvivenza dei pazienti in terapia sub intensiva.

In poche ore si è realizzato il pezzo, attraverso l’utilizzo di una stampante 3D, riuscendo a soddisfare in 24 ore il fabbisogno della struttura ospedaliera.

“Noi l’abbiamo fatto in maniera estrema, e anche con un po’ di incoscienza, per provare ad aiutare un ospedale che ne aveva estremo bisogno”

“Al momento mi avete scritto in tantissimi per chiedermi di condividere il file” afferma l’ingegnere in un video pubblicato sul suo profilo Linkedin.

Il file, come viene spiegato, non è stato condiviso per diversi motivi. Primo fra tutti è il fatto che le esigenze sono già state soddisfatte per l’ospedale richiedente e, in casi di richieste consistenti, si cercherà di entrare in contatto con l’azienda produttrice.

Nel video viene anche sottolineato che la produzione non è replicabile da chiunque possegga una stampante 3D, ma è necessario prendere le dovute precauzioni. Prime fra tutte, quelle sanitarie.

Cristian Fracassi, sempre sul suo profilo Linkedin, ha fatto anche chiarezza in merito alla voce per cui sarebbero stati accusati a livello legale, affermando però che non c’è nessuna causa aperta. Ha inoltre sottolineato come la strada migliore non sia la replicazione, ma l’originale, ove reperibile nei limiti del possibile.

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