È ormai scontro totale tra le Università olandesi e le migliaia di studenti stranieri. Secondo gli ultimi dati, gli studenti immigrati nel paese sono ormai tra gli 80.000 ed i 100.000. Aule piene, mancanza di spazi e prezzi delle case alla stelle portano le associazioni studentesche a rivolgersi al Governo.
Una bomba ad orologeria
Da anni ormai, i Paesi Bassi sono una delle principali destinazioni per migliaia di studenti espatriati. Provenienti per il 75% da altri Paesi europei, Germania in testa, questa massa di immatricolati rappresenta ormai quasi metà della popolazione universitaria. La bellezza delle città, la qualità degli insegnamenti e le eccellenti opportunità lavorative fungono da importante stimolo per chi sceglie di proseguire lì i propri studi.
Tuttavia, a livello strettamente accademico, le principali lamentele riguardano gli spazi limitati in Università, l’esteso uso della lingua inglese e l’abbassamento del livello negli insegnamenti. Nonostante la sua storica tradizione di internazionalismo, anche l’Olanda sta iniziando a pagare il conto per questo approccio. La necessità di adattare i corsi ad una platea così estesa e variegata sta colpendo duro sui punti forti di questi Atenei, tra cui la qualità e l’esclusività.
L’alto numero di stranieri crea inoltre squilibri anche nella vita fuori dall’Università. In un Paese grande più o meno quanto Sicilia e Calabria, una tale concentrazione di persone porta ad un aumento degli affitti ed ad un’assenza di spazi. Le situazioni peggiori si riscontrano nelle principali città del Paese, in cui la percentuale di studenti è di gran lunga superiore alla media.
Università a confronto con il Governo
A muoversi a tutela dei propri interessi sono state le maggiori organizzazioni studentesche del Paese. Supportate da diverse motivazioni, queste associazioni hanno deciso di rivolgersi direttamente al Governo, nella figura del Ministro dell’Istruzione Robert Dijkgraaf, per arginare il problema. Come riportato nei loro canali web, gli studenti non sono contrari all’internazionalismo, quanto piuttosto a come questo venga attualmente applicato negli Atenei.
Dal canto proprio, durante un dibattito, il Ministro si è detto non solo favorevole al limite temporaneo di studenti stranieri, ma addirittura a rendere il blocco permanente. Contro il carattere permanente di questo limite si sono però espresse le stesse organizzazioni. “Possiamo imparare molto da altre culture nell’istruzione. Sono di grande valore aggiunto. Ma bisogna fare qualcosa, perché attualmente questo afflusso va a scapito della qualità”, afferma uno dei portavoce.
Nuvole nere all’orizzonte
Se al momento il Governo si è rivolto direttamente alle Università richiedendo maggiore collaborazione, non è impensabile che molto presto verranno adottati anche strumenti legislativi vincolanti. Diversi membri del Parlamento avrebbero richiesto soluzioni immediate e funzionali vista l’urgenza del problema. Tra le idee più inflazionate c’è il reindirizzamento degli studenti verso città meno popolose in cui l’aumento di universitari porterebbe molti vantaggi.